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DL Aiuti Bis: proposta la riduzione dell’Iva al 10% sul Pellet

Presentato l’emendamento per calmierare il prezzo della biomassa

Presentato l’emendamento per calmierare il prezzo della biomassa

È ormai noto che il prezzo del pellet ha raggiunto livelli importanti, è raddoppiato in vendita pre-stagionale e si attendono ulteriori rincari dovuti alla scarsità del materiale e all’aumento della domanda visto che ad oggi è ancora più conveniente rispetto al metano. Il cui prezzo tende ancora al rialzo e soprattutto vi è un elevato rischio di razionamento.

Quando però noi acquistiamo il pellet il prezzo non è determinato solo dal materiale in sé, ma c’è l’aliquota Iva che in questo caso è del 22%. Naturalmente all’aumento del costo del pellet corrisponde un aumento dell’esborso dell’Iva a carico del consumatore e di conseguenza anche le entrate dello Stato ne beneficiano. Come nel caso dei carburanti si crea un extra-gettito fiscale.

Proprio per questo motivo, è stato presentato un emendamento al decreto Aiuti Bis che dovrebbe essere convertito all’inizio di ottobre in cui è previsto un taglio del 10% dell’Iva sul prezzo del pellet. Questa misura non andrebbe a incidere sulle entrate correnti dello Stato perché l’aumento del prezzo ha comunque determinato maggiori entrate.

Quanto si risparmierebbe con l’Iva al 10% sul prezzo del pellet?

Quanto si risparmierebbe con l’Iva al 10% sul prezzo del pellet?

Attualmente un sacco di pellet da 15 kg di buona qualità costa intorno a 10 euro, con oscillazioni verso l’alto. Su questo prezzo gli italiani purtroppo versano 2,20 euro di Iva, una quota di certo non trascurabile. Riducendo l’Iva al 10% gli italiani dovrebbero pagare circa 1 euro sullo stesso sacco di pellet e di conseguenza potrebbero acquistare il pellet a 8,80 euro al sacco.

Considerando un consumo medio di almeno 160 sacchi in un anno, il risparmio di circa 192 euro. Di certo visti, tutti i rincari, non sarebbe male un aiuto simile.

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